Il canto del Quetzal

Recensione di Giorgio Rini

Si rimane stupiti a guardare i paesaggi che si estendono a vista d’occhio, i fiumi tempestati di ninfee, le tracce dell’antica cultura Maya disseminate nel territorio e nel cuore della gente guatemalteca. Guatemala, Il canto del Quetzal di Lorenzo Grimaldi è un DVD che permette di cogliere perfettamente questi aspetti, che scorrono davanti agli occhi dello spettatore insieme a quelli più evidenti che riguardano le condizioni economiche, politiche e sociali del Guatemala. Il quetzal è l’uccello simbolo del Guatemala, elemento caratteristico di un Paese che ha avuto una storia tormentata.

Ad accompagnare gli spettatori nella rievocazione e nel racconto di questa storia è per gran parte del DVD la voce di Doña Maria Teresa, portavoce dei rifugiati guatemaltechi in Messico. Doña Maria Teresa racconta con sofferenza, rievocando i fantasmi del dolore del passato, ma con la consapevolezza che ricordare è necessario, affinché la verità storica sui fatti di cui è stata una dei protagonisti venga tramandata e non si perda nell’oblio destinato ad avvolgere ciò che non è scritto in nessun libro.

Il racconto si snoda veloce agli occhi di chi guarda il DVD, ma lento nel cuore e nella memoria di chi ha vissuto in maniera diretta eventi come il genocidio e l’etnocidio ad opera dei governi dittatoriali di Lucas García e di Rios Montt, i numerosi villaggi distrutti interamente, i 200 mila morti e le torture subite da coloro che appartenevano ai gruppi di opposizione. Il DVD è stato realizzato dall’associazione “Amici del Guatemala”, per ripercorrere le tappe della storia del Paese attraverso la diretta testimonianza di coloro che impiegano le loro energie e il loro ingegno non solo per interpretare e spiegare le vicende del passato, ma che si sforzano e lottano giorno per giorno per costruire un futuro migliore per il loro Paese. Fra tutte le testimonianze ricordiamo in maniera particolare quelle degli appartenenti alla comunità degli ex-guerriglieri di Nuevo Horizonte.

Il loro portavoce Rony parla del saccheggio della terra che ha colpito gli indigeni. Lo stesso fatto drammatico è ricordato anche da Padre Ottavio Sassu, missionario nella missione domenicana di Dolores nel Petén, la regione del Guatemala dove vengono portate avanti le iniziative di solidarietà degli “Amici del Guatemala”. Le persecuzioni religiose e sociali, le repressioni, i massacri, quelli che rientravano nell’operazione “tierra rasata”, la vita degli indigeni costretti a rifugiarsi nella foresta per sfuggire a questo orrore, affrontando condizioni di vita estrema, sono le tappe più importanti di una storia che fa rabbrividire e riflettere al tempo stesso.

Desta la nostra attenzione anche la Resistenza del Petén, messa in atto da una comunità popolare, segno di una collaborazione ideale per difendere ciò che queste persone avevano di più caro e non solo le proprietà e tutto ciò che è materiale, ma quel patrimonio di significati che costituiscono la loro cultura e la loro identità. Vittime due volte: violate nella propria terra e nella loro identità di popolo. In tempi più recenti sono stati raggiunti degli accordi che avrebbero dovuto rappresentare un punto di svolta nella storia del Guatemala. Gli accordi prevedevano diversi progetti: il rispetto della multiculturalità e la convivenza pacifica, la riforma educativa con l’introduzione nella formazione dei bambini degli aspetti peculiari della cultura indigena, aggiustamenti strutturali. Ma in realtà tutti questi ambiziosi obiettivi non sono stati concretizzati e la politica neoliberale ha procurato dei vantaggi esclusivamente per gli Stati Uniti, che gestiscono la sostanza dei traffici e delle alleanze commerciali in tutto il continente americano.

La politica neoliberale ha finito così per avvantaggiare le multinazionali. Nel Guatemala ci sono oggi 3 milioni di persone sotto la soglia di povertà, il 75 % della popolazione vive in condizioni di indigenza e il 48 % dei bambini al di sotto dei 5 anni è denutrito. Oggi in Guatemala c’è chi continua a battersi per ottenere una promozione agricola adeguata e soprattutto per ottenere la certezza giuridica della terra.

C’è chi lotta per opporre resistenza al sistema e per l’affermazione dell’identità sociale della popolazione. In questo contesto ricordiamo l’insieme delle comunità che fanno parte dell’Alleanza per la vita e per la pace e l’iniziativa della creazione di una “banca dei semi”, una risorsa indispensabile per un’autosussistenza che non è volta solo al debellamento della fame in senso fisico, che è il problema grave che affligge il Guatemala, ma volta a sconfiggere anche la fame morale, spirituale, emotiva di preservare o di vedersi restituire la possibilità di portare avanti le proprie tradizioni, la propria cultura e con esse la propria dignità. Si parla infatti di autosussistenza secondo il proprio sentire, perché nei semi che si piantano nel terreno, nella coltivazione della propria terra sono racchiuse le radici di un intero popolo che ha diritto al riconoscimento della realizzazione di se stesso, anche come riscatto per un percorso storico intriso di sofferenza.

Vicini al dolore e ai problemi dei Guatemaltechi sono i frati domenicani che hanno portato un quadro del Beato Giovanni Liccio presso la cappella costruita per impulso dei Caccamesi di Chicago, a sottolineare che chi ha lasciato la propria città e la propria patria, la propria terra d’origine alla ricerca di un futuro migliore, è vicino a chi, pur stando nella propria terra, è come se ve ne fosse stato cacciato da tempo e nonostante ciò continua a sperare in un futuro più giusto. Quando un popolo non ha la possibilità di esprimere la propria identità è come se fosse alieno e soggetto alla dimenticanza.

Dunque questo è importante: non dimenticare. Non dimenticare che c’è chi lontano da noi muore ancora di fame, c’è chi non ha una scuola come ce l’abbiamo noi, non ha una casa come la nostra, non ha città come quelle in cui viviamo, non ha le comodità di cui ci serviamo ogni giorno, ma soprattutto rischia di sparire come membro di una comunità. La multiculturalità e la globalizzazione non sono e non possono essere semplicemente delle parole, ma si esplicano in gesti concreti di solidarietà, come il progetto “Mucche da latte in Guatemala”, che mira a fornire a chi non ha niente la possibilità concreta di sfamarsi (sul progetto si possono trovare informazioni più dettagliate in altri spazi di questo sito).

Ma tutto questo non rientra più nel DVD, abbiamo forse varcato i confini, confini che comunque sono fondamentalmente mentali, i quali sono difficili da superare, perché si basano sulla brama di ricchezza, sull’egoismo, sull’indifferenza, terribile mostro della nostra società. Questi confini si possono abbattere se richiamiamo alla memoria un insegnamento datoci secoli e secoli fa, ma ancora straordinariamente attuale: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Solo così potremo sentirci membri di una comunità mondiale che ci comprende tutti: vecchi e giovani, poveri e ricchi, forti e deboli, bianchi e neri, Italiani, Statunitensi e Guatemaltechi.


Il dvd può essere acquistato

Il dvd è stato realizzato con il contributo del Comune di Caccamo, nel quadro delle iniziative promosse dal “Triangolo della carità: Caccamo-Chicago-Dolores”, che fra l’altro vede anche l’adozione a distanza di bambini bisognosi e delle loro famiglie, come anche l’assegnazione di borse di studio ai giovani studenti in modo che possano frequentare il Collegio S. Martino dè Porres dei PP. Domenicani per conseguire il diploma in ecoturismo, diretto da p. Giorgio Pittalis, o.p..

Il ricavato del Dvd è destinato dunque a questo lungo, faticoso e pericoloso progetto, che al tempo stesso rappresenta un’opera per la giustizia e la sopravvivenza di questi contadini sempre più emarginati e costretti ad ingrossar le baraccopoli delle città.

Per ordinare il dvd. Il costo del Dvd “Il canto del Quetzal” è di 8 euro (11 euro con spedizione postale), o di 46 euro per ordini con spedizione postale di 5 dvd. Per ordinarlo è sufficiente effettuare un versamento sul c.c. Postale IT36C0760114200/000012582540, o sul C.C. Banca Etica IT39S0501802800000000107613; ed inviare copia della ricevuta di pagamento via mail a amiciguatemala@yahoo.it.


Alcune immagini tratte dal dvd: