In memoria del Card. Salvatore Pappalardo nel Centenario della sua nascita di Fr. Giovanni Calcara

Card. Salvatore Pappalardo, pala d’altare realizzata da Mario Pecoraino

(Cardinale Salvatore Pappallardo, Villafranca Sicula 13 settembre 1918 – Palermo 10 dicembre 2006)

Il cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo per 26 anni, nel suo lungo servizio alla nostra Chiesa diocesana, ha sempre avuto un rapporto particolare con la Comunità Ecclesiale di Caccamo. Sia per i fruttuosi rapporti con i sacerdoti caccamesi di cui si è avvalso nella sua missione di Pastore, vedi mons. Pietro Marcatajo, mons. Giuseppe Randazzo, don Giovanni Scaletta chiamati a svolgere delicati ed importanti incarichi nei vari ambiti di attività. Altrettanto significativo il rapporto con i fedeli, manifestato nelle tante presenze a Caccamo, in varie occasioni.

In maniera particolare il cardinale Pappalardo, ha avuto a cuore la religiosità e la pietà popolare che, vedeva come “risorsa ed occasione di evangelizzazione” per vivere in maniera più autentica la fede cristiana in ogni ambito della vita quotidiana. Tante volte ha voluto essere presente in occasione della festa del beato Giovanni Liccio che, ha imparato ad amare e che, invocava anche per i bisogni dell’Arcidiocesi. Come non ricordare la sua presenza a conclusione della solenne processione dell’1 Giugno del 1987, quando alla presenza di un’immensa folla in Piazza San Domenico, dichiarò aperto per Caccamo, in anticipo rispetto alla Diocesi, l’Anno Mariano, indetto da San Giovanni Paolo II?

Particolare comprensione manifestò anche verso la comunità cristiana di Caccamo residente a Chicago, quando permise il 16 Giugno 1993, di poter estrarre dall’urna una reliquia del beato Giovanni per essere traslata nella Cappella da essi costruita, in West Addison 7459, per poterla lì venerare e quindi incentivare il culto verso il nostro beato in quella loro “nuova patria”. La reliquia fu portata a Chicago da una delegazione di fedeli caccamesi l’11 Luglio 1993, guidata dai sacerdoti Filippo Faso, Giovanni Liotta e Nicasio Galbo.

Anche se non in perfette condizioni fisiche, non volle far mancare la sua presenza il 21 maggio 2006 quando venne a benedire la nuova cappella del beato Giovanni. Lavori realizzati per il fattivo impegno di padre Galbo e del Comitato dei festeggiamenti di Caccamo e il contributo, anche dei fedeli caccamesi di Chicago.
L’attenzione del cardinale Pappalardo verso Caccamo e il beato Giovanni si manifestarono in modo particolare, quando si trattò di elaborare il progetto “Mysterium Lucis”, nell’ambito del cammino di fede per il V centenario del “dies natalis” (1511-2011) del nostro Patrono, grazie ai fondi lasciati in eredità per la Chiesa di S. Maria degli Angeli da parte di mons. Filippo Faso.

Infatti venendo a Caccamo, per rendere onore alla santità del nostro beato, espresse il desiderio di rendere ancora più bella l’antica chiesa domenicana, impreziosendola con inedite opere d’arte in grado di manifestare il fulgore della fede grazie all’intelligenza creativa di pittori e scultori d’oggi, quali: Piero Gaulì, Mario Pecoraino, Carla Tolomeo, Alessandra Giovannoni, Stefania Fabrizi, Miriam Pertegato.
L’iniziativa, dall’altra parte, permise di superare “lo stallo” burocratico che aveva impedito fino a quel momento, di portare a realizzazione le volontà di mons. Faso. Il progetto, finalmente, fu portato a termine grazie all’opera preziosa di don Nicasio Galbo (Rettore della Chiesa) e la consulenza storico-artistica-teologica di don Giovanni Scaletta e del prof. Giovanni Bonanno.

Naturale quindi, che il Pecoraino e il Comitato scientifico decidessero di dedicare una vetrata al card. Pappalardo che, nei tratti essenziali come è uso dell’arte contemporanea, è raffigurato con il pastorale (segno del suo ministero episcopale) e la mano benedicente, segno di predilezione verso la nostra comunità di Caccamo, richiamata dalla raffigurazione del castello che fa da sfondo alla figura dell’illustre presule.

Anche per tali motivi, la sua memoria è per noi cara e sacra, riconoscenti al Signore per avere donato alla Chiesa un “profeta”, alla nostra Arcidiocesi un pastore “secondo il cuore di Cristo”, come il cardinale Pappalardo che, tanto ha anche fatto per la nostra comunità di Caccamo.
Ci sembra quindi, opportuno che, l’Amministrazione Comunale, prendesse in considerazione l’iniziativa di intitolare al card. Pappalardo una strada, come segno di gratitudine della nostra Città, per l’opera da Lui svolta, per la promozione religiosa, civile e culturale di Caccamo.

A cura di:
padre Giovanni Calcara, o.p.

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